martedì 17 gennaio 2012

HARLEY DAVIDSON UNA LEGGENDA

Eheh,
sono motociclista, purtroppo non possiedo un'Harley per due motivi:
1. il costo delle manutenzioni e ricambi sono eccessivi;
2. amo viaggiare senza troppi problemi fra olio,vibrazioni e, per l'appunto, in caso di rotture che faccio,un mutuo per pagare? :)

E così, riassumendo un poco il tutto, spero che questo viaggio vi porti a sognare.




HARLEY DAVIDSON 
UN MITO, UNA LEGGENDA 


La Harley-Davidson nacque quasi in sordina nel 1902 a Milwaukee quando William Harley, di 21 anni, e Arthur Davidson, di 20, costruirono un prototipo di una bicicletta motorizzata. Questo mezzo venne realizzato nel garage di Davidson che misurava 3 metri per 5. Il loro prototipo funzionò e alla società si unirono i due fratelli di Davidson, William e Walter. Nei primi due anni furono venduti solo tre esemplari.
La Harley-Davidson venne fondata il 28 agosto 1903 e da questa data cominciò la produzione. Furono apportati molti cambiamenti al prototipo tra i quali un telaio di nuova progettazione. Nonostante questo la produzione di quell'anno rimase di tre moto.
Nel 1906 venne costruito il loro primo stabilimento, in Juneau Avenue, dove ancora oggi si trova il quartiere generale della ditta. Il garage originale venne demolito accidentalmente durante la costruzione del nuovo edificio. Questo nuovo impianto misurava 9 per 24 metri. La produzione delle Harley-Davidson crebbe gradualmente e con i nuovi impianti fu possibile produrre, nel 1907, 150 motociclette. Il 17 settembre viene ufficialmente fondata la Harley-Davidson Motor Company. Questo anno si rivelò importante per la casa in quanto cominciò la vendita, che dura tuttora, delle prime moto alle forze di polizia.
Le prime moto erano tutte monocilindriche. Il primo motore bicilindrico a V di 45º venne introdotto nel 1909, il V-Twin. Questo motore non era ancora il cavallo da tiro che è divenuto attualmente. La sua cilindrata era di soli 810 cm3 (49,6 in 3) e erogava 7 hp (5 kW), che comunque era una potenza doppia rispetto a quella fornita dai precedenti propulsori. La velocità massima che potevano raggiungere le moto di questo periodo era di 97 km/h, un valore che poteva essere considerato buono per quell'epoca. La produzione fu di 1.149 esemplari.
Il successo della Harley-Davidson le attirò molti concorrenti, tanto che nel 1911 se ne annoveravano circa 150.
Nel 1913 lo stabilimento originale venne ingrandito e raggiunse una superficie di 28.000 m2. Nonostante la dura competizione la Harley-Davidson restava il costruttore più importante e dominava anche le competizioni motociclistiche. In questo anno la produzione raggiunse i 12.904 esemplari.


LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Nel 1917 gli Stati Uniti entrarono nel conflitto che da tre anni si era scatenato in Europa. I militari richiesero delle moto da poter utilizzare nelle operazioni. Le Harley-Davidson erano già state provate dalle forze armate durante le schermaglie di confine contro Pancho Villa, ma fu solo con la prima guerra mondiale che le motociclette furono adottate in grandi numeri; La società ne fornì circa 45.000 esemplari. Queste moto erano di cinque modelli, due monocilindriche e tre bicilindriche (18F monomarcia 18G e 18J dotate di tre marce) di circa 1000 cc di cilindrata. Nello stesso tempo la ditta consolidava la sua posizione di fornitore delle forze di polizia.

ANNI '20 E '30

Nel 1920 la Harley-Davidson era divenuto il più grande costruttore di motociclette al mondo. La fine del conflitto aveva portato ad un periodo di crisi nel quale molte piccole case erano scomparse mentre la casa del Wisconsin aveva sviluppato la sua rete di vendita ed ora era presente in 67 paesi producendo 28.189 motociclette. Il 28 aprile 1921 fu raggiunta una pietra miliare nella storia del motociclismo quando una Harley-Davidson fu la prima moto a raggiungere i 160 km/h (100 mph). Durante questo periodo vennero introdotti diversi cambiamenti tra i quali un nuovo motore bicilindrico a V da 1.200 (74 in3) cc di cilindrata (1922), il tipico serbatoio detto Teardrop (lacrima) che può ancora oggi essere visto sulle moto (1925) e il freno anteriore (1928). Nel 1926 l'azienda decise di ritirarsi dalla competizioni a causa dei forti investimenti richiesti. Con la Grande Depressione degli anni trenta solo due costruttori restarono in attività: la Indian e la Harley-Davidson.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE


Con l'entrata degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale ritornò a produrre, in grandi numeri, motociclette per le forze armate. I modelli prodotti erano la WLA e la XA. Quest'ultima era una copia della BMW utilizzata dalla Wehrmacht e, come l'originale era dotata di un motore bicilindrico boxer. Fu l'esercito statunitense stesso che richiese di produrre una copia di questa moto in quanto i militari erano rimasti impressionati dalla scarsa manutenzione necessaria e dalla sua grande affidabilità. In totale la Harley-Davidson produsse durante il secondo conflitto mondiale 88.000 motociclette. Di queste solo 1.000 furono delle XA.
Le moto surplus andarono ad alimentare il mercato post-bellico europeo. Furono adottate da molte forze armate e per alcuni aspetti alimentarono il sogno americano degli europei. Per fare un esempio nel film Un americano a Roma, Nando Meniconi (Alberto Sordi) guida una di queste moto, una WLA 750, nota come "Liberator"
Con la fine del conflitto la ditta ritornò alla produzione civile con la messa in commercio di un grande numero di bicilindriche di grande cilindrata che conobbero il successo sia commerciale che sportivo.



 
IL DOPOGUERRA, LA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA, IL RILANCIO


Uno dei modelli più riusciti, lo Sportster fu realizzato il 27 gennaio 1957 e messo in produzione lo stesso anno. La semplicità motoristica e della linea ne decretarono il successo sia come modello da strada che da pista nella versione "R". Ancora oggi è possibile trovare in catalogo diversi allestimenti dello Sportster. Nel corso degli anni si ebbero diverse cilindrate tra le quali il 750, il 1000 Iron Head ed i motori "Evolution" 883, 1100 e 1200.
Agli inizi degli anni settanta la casa aveva cessato di essere una industria innovativa in campo motociclistico, le sue moto erano rimaste fondamentalmente immutate da parecchi anni ed erano costose. La maneggevolezza e la qualità erano inferiori a quelle delle moto giapponesi dell'epoca.
Nel 1969 la Harley-Davidson Motor Company era stata acquistata dalla AMF (American Machine and Foundry), divenendo AMF-Harley-Davidson. La AMF continuò la produzione riducendo drasticamente la forza lavoro. Questo atteggiamento portò ad uno sciopero dei lavoratori ed un abbassamento della qualità. Le vendite diminuirono, la qualità precipitò e la compagnia rischiò la bancarotta. Vennero anche coniati dei giochi di parole sul, una volta riverito, nome della ditta che venne chiamata Hardly Ableson (gioco di parole che può essere tradotto come a stento capace in inglese hardly able, il -son dovrebbe derivare da Davidson) mentre il soprannome Hog, Harley Owners Group, aveva assunto una valenza, nello stesso tempo, affettuosa e dispregiativa (maiale).
Fu però in questo periodo che la AMF-Harley-Davidson, grazie al reparto corse della incorporata Aermacchi, riuscì a conquistare gli unici titoli iridati della sua storia. Nelle stagioni 1974, 1975 e 1976 del Campionato mondiale di velocità, le moto italo-americane, condotte da Walter Villa, mieterono innumerevoli vittorie nei Gran Premi, aggiudicandosi quattro titoli piloti e due titoli costruttori, nelle classi 250 e 350.
Nel 1981 l'AMF rivendette la Harley-Davidson ad un gruppo di 13 investitori guidati da Vaughn Beals e Willie G. Davidson. Venne introdotto il modello Sturgis. Per riportare in attivo la ditta vennero studiati i metodi seguiti dai concorrenti e in particolare dai costruttori giapponesi. Vennero introdotte quindi delle novità quali il sistema MAN (Material As Needed) che consisteva in un monitoraggio costante dell'inventario in modo che fosse stoccato solo quanto necessario e altri sistemi di qualità.
Lentamente la ditta aumentò le vendite e gradualmente catturò un nuovo flusso di fedeli acquirenti; fu però solo con l'introduzione del modello Softail Custom nel 1984 (FXSTC coda soffice - un sistema di ammortizzatori adeguatamente posizionati ed occultati ad imitazione della linea dei vecchi telai rigidi delle Hydra Glide ed un nuovo motore, l'Evolution da 1340 cm3), che tornò ad esser leader nel mercato delle moto di grande cilindrata (sopra i 750 cm3). Il Fat Boy in seguito nel 1990 confermò la grande ascesa della casa di Milwaukee. Il nome scelto per questa moto scatenò una controversia. Si disse che era ispirato al nome di una delle bombe atomiche sganciate sul Giappone nella seconda guerra mondiale. La ditta negò decisamente questo legame e affermò che il tutto era frutto di una pura coincidenza.
Paradossalmente la Harley-Davidson produce più profitti con l'utilizzo su licenza del suo marchio per la produzione di merchandise che con la vendita delle motociclette. Nel 1997 la Ford Motor Company produsse una versione Harley-Davidson, con tanto di marchio aziendale, di un suo veicolo commerciale della F-Series. Questo tentativo verrà seguito nel 2006 da un pick-up Ford F-150 sempre Harleyzzato.

ESPANSIONE DEL MARCHIO ED EVOLUZIONI PRODUTTIVE


Nel 1998 la Harley-Davidson acquista la Buell Motorcycle Company con cui collaborava sin dagli anni '80 e che era nata proprio da una collaborazione tra la Casa di Milwaukee ed Eric Buell, ex ingegnere della stessa.
Nel 1999 viene prodotto il primo motore Twin Cam 88 (1450 cc) e compare la prima iniezione elettronica sui motori. Nel 2000 esce il primo motore Twin Cam 88 controbilanciato, con il pressoché totale annullamento delle vibrazioni, che viene montato sui modelli Softail. Entro il 1999 tutti i motori 'big twin' Harley saranno rappresentati da questo propulsore.
Nel 2001 commercializza la V-Rod con un look che coniuga la tradizione con la modernità. Il motore è un bicilindrico raffreddato a liquido dalla potenza di 120 cv, progettato da Porsche ed industrializzato dalla Casa di Milwaukee.
Viene dato a metà 2006 l'annuncio che, la nuova gamma 2007 eliminerà il carburatore dai modelli 883 e 1200, gli ultimi ad usare questo sistema di alimentazione, mentre i motori dei restanti modelli passeranno a 1584 cm3 (twin cam).
L'11 luglio 2008 viene riportata la notizia che la Harley Davidson ha concluso un accordo per l'acquisto del gruppo italiano MV Agusta per circa 70 milioni di euro (109 milioni di dollari) per espandere il proprio business in Europa. L'operazione viene regolarmente conclusa all'inizio di agosto dello stesso anno
In seguito a problemi finanziari dovuti alla crisi economica, rivende la MV Agusta a Castiglioni (il precedente proprietario) per la simbolica cifra di un euro; inoltre il marchio Buell Motorcycle Company viene soppresso.




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